"Sawubona", "Shiboka"
- mariasolesanti21
- 13 mar
- Tempo di lettura: 1 min
Fare costellazioni, se vogliamo distillarne il significato, è riconoscere l'altro nel cuore e da quello spazio pronunciare due semplici parole: 'Ti vedo' .
Parole tanto facili, quanto potenti ed essenziali.
Dare visibilità, un posto nel sistema, la dignità di appartenere... laddove la peggiore punizione per un essere umano è l'esilio.
Rendere qualcuno trasparente, ignorarlo, è mille volte peggio che rifiutarlo.
Se provo rifiuto o rabbia ho interesse, e io e l'altro esistiamo pur in una polarità di contrapposizione.
Se lo ignoro, gli tolgo la dignità. Per me non esiste. Ciò che non vedo non ha vita.
Nella nazione degli Zulù, dove Hellinger ha tratto le ispirazioni da cui sono nate le Costellazioni Familiari, il saluto quando ci si incontra è: “Sawubona”, che letteralmente significa “Ti vedo”. E la risposta è molto significativa: “Shiboka”, “Io esisto per te”.
Trovo commovente tutto questo, e mi fa pensare al saluto in Oriente a mani giunte, il cui significato è: "Vedo, onoro e mi inchino al divino che è in te". E in questo siamo uguali, siamo uno e plasmati dalla stessa essenza.
Quando vedo te, in fondo, vedo me, perché provengo come te dalla stessa Origine.
E quello che vedo è quanto i miei occhi possono riconoscere, il bene e il male che risiedono in definitiva nel mio sguardo.
. E quando il mio sguarda guarda con purezza e amore... Ha la forza di compiere miracoli.
Portare il cielo in terra e la terra in cielo.
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